La Guarigione

Per guarigione di una ferita si intende un complesso procedimento di rigenerazione dei tessuti umani mediante la neoformazione di un tessuto detto di granulazione che evolverà nel ripristino di una unità tessutale identica a quella persa nel trauma o in una struttura definitiva, seppur impropria rispetto al tessuto precedente, detta cicatrice.

Il processo della guarigione si sviluppa in 4 fasi fisiologiche di diversa durata e che si definiscono:

  • Coagulazione
  • Infiammazione
  • Proliferazione
  • Rimodellamento

 

Nella fase immediatamente dopo il trauma, nell’ambito della ferita si forma un coagulo ematico caratterizzato da una rete di fibrina nella quale sono contenuti globuli rossi, globuli bianchi, piastrine ed altri componenti del sangue. Questa fase è visibile ad occhio nudo ed il coagulo può essere facilmente rimosso anche da piccoli traumi. Successivamente da parte di altri elementi del sangue vengono prodotti dei macrofagi, cellule dotate di capacità litica e quindi capaci di ripulire la ferita dalla fibrina e dai residui cellulari.

 

Dopo le prime 24 – 48 ore compare un tessuto detto di granulazione costituito da alcuni elementi cellulari detti fibroblasti che penetrano nella ferita seguendo i fili della rete di fibrina che sostituiscono con delle miofibrille dotate di capacità elastica. Contemporaneamente sui lembi della ferita si ha la produzione di abbozzi vascolari e successivamente linfatici che si allungano verso il centro fino ad incontrare gli abbozzi provenienti dall’altro lato con i quali si anastomizzano originando, appena saranno diventati cavi al loro interno, una nuova rete ematica e linfatica. I fibroblasti servono anche a secernere una sostanza detta acido ialuronico capace di originare delle fibre collagene. In questa fase la ferita appare molto tumefatta ed arrossata.

 

I fibroblasti diminuiscono di numero così come i capillari mentre aumentano le fibre collagene. Avviene così la trasformazione del tessuto di granulazione in tessuto cicatriziale, un tessuto anelastico, poco irrorato e scarsamente innervato ricoperto di una cute sottile, fragile, priva di annessi cutanei.

Questo processo che, nelle ferite profonde, porta alla formazione di una cicatrice solida avviene in circa due settimane. La cicatrice va incontro ad una contrazione ad opera delle miofibrille e quindi ad un assestamento definitivo caratterizzato da una retrazione per compattamento del collagene, dalla modificazione del colore, da un aumento di spessore, modifiche che possono richiedere anche due anni di tempo.

Il processo, nelle guarigioni per prima intenzione, termina invece con il ripristino di tessuto analogo a quello lesionato.

Le ferite possono dunque andare incontro a guarigione con tre modalità differenti:

 

per prima intenzione: quando la lesione cutanea non si accompagna a perdita di sostanza e quando si tratta di ferite chirurgiche: lineari, a margini netti, non complicate da ematomi, necrosi, infezioni. In questi casi i lembi vengono riavvicinati con punti e lo spazio che residua tra i lembi è puramente virtuale così che rapidamente viene occupato dal tessuto cicatriziale.

 

per seconda intenzione: è il caso delle lesioni più estese che profonde come nelle ustioni o nelle ferite con grosse perdite di sostanza, margini frastagliati, presenza di aree necrotiche, e soprattutto quando non pulite. In questi casi i lembi non vengono suturati ed il processo di guarigione comincerà dal fondo della ferita con un tessuto di granulazione che procederà risalendo verso l’alto fino a raggiungere la superficie. È una modalità molto lenta, richiede medicazioni continue e solitamente esita in cicatrice.

 

per terza intenzione: in casi particolari in cui una ferita destinata ad una guarigione per seconda intenzione possa successivamente essere detersa, regolata nei margini, affrontata con una sutura e portata ad una guarigione più rapida per prima intenzione. È il caso frequente di alcune ferite chirurgiche suturate normalmente ma infettatesi nel decorso post-operatorio. In questi casi esse vanno riaperte e lasciate così fino alla risoluzione dell’infezione. A quel punto vengono risuturate così da permetterne una guarigione più rapida.
L’evoluzione di una ferita, dipende comunque da molti fattori interni all’organismo: malattie pre-esistenti (diabete, etc.), terapie praticate (cortisonici), alterazioni circolatorie sistemiche o locali, affezioni cutanee, e da altri di origine esogena: presenza di corpi estranei (detriti necrotici, ematomi, materiali di sutura), carenze dell’alimentazione, radioterapie, deficit di ossigenazione, etc.